Una storia tante storie

Una storia tante storie

22 novembre 2007

Tu che vedi


Il dito indica la finestra. Il trambusto del treno si infila tra le fessure della persiana e arriva fino all’immaginazione, fino a farsi riconoscere. Gli occhi piccoli e azzurro cielo, si sollevano speranzosi e desiderosi. Le labbra si schiudono lentamente, restano spalancate per un paio di secondi, poi con un lieve movimento, la lingua schiocca sul palato che sa di latte materno: “Dhà!”.

Le braccia si tendono e si scontrano contro le ginocchia di lei. La madre lo solleva e lo sorregge come una madonna col suo bambino in un dipinto del rinascimento. Il padre schiude al suo sguardo il mondo aprendo i vetri e mostrandogli il passaggio del rumoroso convoglio. I quattro denti da latte spuntati da poco si mettono in bella mostra lieti di farsi notare in un momento di gioia infantile.

Qualche attimo e capisci come sia nuova la tua vita.

Per te che mi guardi e mi riconosci.

Per te che mi cerchi se non sono lì.

Per te che un giorno non lo ricorderai.

(di Gaetano Maiorino)